Conosciamo pian piano gli amici di Francesca. Sono loro a condurci nel suo mondo. Oggi vi parliamo di Christian Fumagalli, amico di famiglia ma anche tra i soci fondatori della onlus. Christian è un uomo della terra e applica i valori in cui crede nella vita al lavoro. A chi gli chiede se era amico di Francesca lui risponde: “Io sono suo amico”. E questo la dice lunga sul significato della parola “amicizia”. Gli amici si scelgono, non te li ritrovi a caso al tuo fianco. E tutti noi ne vorremmo uno così: profondo nel pensiero, autentico, fedele negli anni. E misurato nelle parole come nello stile di vita. In quel “sono” si percepisce l’autenticità di un sentimento puro che non si è spento col passare del tempo e degli avvenimenti ma si è arricchito attraverso l’attività della fondazione di tanti altri “sono”, di tanti altri amici. E quindi quel “sono” oggi ha ancora un senso. “Quando è successo l’incidente stradale, in pratica a cinquecento metri da casa, l’azienda vitivinicola dei suoi genitori stava iniziando ad affermarsi sulla scena internazionale e confermava la sua solidità a livello nazionale. In quei giorni, i primi di dicembre, ci stavamo preparando a una degustazione a Tarvisio, Ein Prosit. Io l’ho saputo dai miei colleghi vigili del fuoco che l’hanno soccorsa”, racconta Christian. “Ma l’idea della onlus è nata in un secondo momento, nel 2003. Una tragedia del genere avrebbe potuto distruggere la famiglia e l’azienda, anche per via dei conflitti emotivi che inevitabilmente ci sono dietro, dei sensi di colpa, di tutte quelle domande che non trovano risposta”.
Christian è molto rispettoso in questo suo percorso a ritroso, riflessivo, sceglie con cura i termini più appropriati, evita di usare alcune parole tranchant. Nel suo discorso traspare un’idea di futuro, di positività, di bellezza.”Francesca aveva una personalità molto forte, era una ragazza spumeggiante, determinata, creativa. Voleva i suoi spazi pur non rinnegando il lavoro dei genitori. Per lei era importante avere un ruolo all’interno dell’azienda non legato alla discendenza, ma alle sue idee, alla sua testa, e per questo voleva essere riconosciuta. Come i coetanei aveva dei sogni, ma non erano strampalati, portavano insita un’idea di concretezza, sicuramente li avrebbe realizzati. Anche nel suo modo di osservare il vino, di assaggiarlo, di descriverlo c’era qualcosa di estremamente creativo: lei non si fermava alle catalogazioni, andava oltre, diceva la sua”. E continua: “La onlus nasce perché questa è una famiglia che alla base ha dei valori molto importanti, come l’amore, il rispetto, il senso del dovere, il desiderio profondo di aiutare gli altri, fondamentali per far nascere qualcosa di buono da qualcosa di estremamente brutto. Francesca è sempre stata un’adolescente sensibile a queste tematiche, in particolare ai bambini che soffrono nel mondo, sensibilità che era latente nell’animo dei suoi genitori ed ora è uscita fuori”.
Francesca che suonava in una rock band e che come la mamma Lorena, ex cantante jazz, amava la musica. Francesca che era appassionata di kick boxing. Francesca che amava viaggiare. Francesca che appena poteva passava le sue serate con gli amici. “Se nel 2018 la famiglia porta ancora avanti la onlus significa che questa non è stata solo un pretesto per metabolizzare l’accaduto, qualcosa di passeggero, ma che ci credono sul serio e per crederci devono esserci alla base quei valori fondamentali di cui abbiamo appena parlato, valori cristiani che sono la radice dell’essere umano”. Sui suoi ricordi personali commenta: “Sono tanti, tutti fotografici, e sono quelli più cari. Abbiamo frequentato il corso di analisi sensoriale dei difetti del vino e lei era molto brava, attenta, curiosa”.
CHRISTIAN FUMAGALLI è un apicoltore. Un onesto apicoltore che fa di etica e sostenibilità anche una filosofia di vita (in foto sopra, con la moglie e i tre figli). Il metodo di conduzione dell’apiario si basa sul rispetto delle api e dell’ambiente. Già il nome della sua azienda, che conduce insieme alla famiglia, rende l’idea: “Angolo di Paradiso”. E di un angolo di paradiso si tratta: belle persone, motivate, che vivono in simbiosi con la natura seguendone i ritmi. Siamo sopra Dolegna del Collio, nella frazione di Mernico, un tranquillo borgo agricolo ancora incontaminato. Questo miele è particolare perché Christian si sposta: “Seguo le fioriture, vado dove ci sono quelle più importanti, come in montagna o vicino ad appezzamenti di lavanda. Ed è particolare anche perché non prevede uno sfruttamento eccessivo degli alveari. Raccogliamo quello che avanza e lo trasferiamo dal favo al vasetto così com’è, un nettare purissimo”. E aggiunge: “Lo stato di salute delle api è fondamentale per l’ecosistema: se mancano, non abbiamo l’impollinazione, i fiori, le piante, i frutti…”. Miele italiano da valorizzare non foss’altro per le difficoltà in cui gli apicoltori- artigiani si trovano ad operare. “La mia è una piccola realtà, ho tre figli ma l’attività non ha le caratteristiche per poterli trainare economicamente”. Conclude: “È questa mia grande passione per l’agricoltura che ha cementato l’amicizia con la famiglia di Francesca, questo profondo rispetto per la terra che abbiamo in comune. Cosa ammiro di loro? Che camminano tutti nella stessa direzione perché si sentono ancora una famiglia”.